La crisi è finita.

(Almeno quella esistenzale di Sciadografie)


Galeotta fu la pausa estiva e chi la indisse:
quel giorno più non vi scrivemmo avante.

Anselm Feuerbach, Paolo e Francesca. 1864.
Traendo ispirazione dalla famosa coppia di versi* del sommo poeta fiorentino (al quale chiedo umilmente perdono per la triste manipolazione) faccio un pubblico mea culpa per l'abbandono del blog. Ebbene sì, il mese di pausa è diventato un semestre che rischiava di evolversi in un esilio permanente dalle nere pagine di Sciadografie. Oltretutto nere come le prospettive dell'italica penisola. Ma non sono qui a far popolare qualunquismo, perché proprio questa infame tendenza che risuona troppo spesso nelle nostre orecchie mi ha attirata verso gli scogli, esattamente come il canto delle sirene attirò gli sventurati marinai prima del geniale espediente di Ulisse. Pessimismo e scoraggiamento hanno avuto la meglio, coadiuvati fin troppo facilmente da abbondati distrazioni di ogni sorta. 
Cosa ha deviato la tragica rotta intrapresa? L'opinione di un insospettabile lettore che ringrazio profondamente. Ciò mi ha fatto comprendere che alla fine qualcuno che legge i post che scrivo esiste davvero, e sono pure apprezzati.
Perciò Sciadografie torna con i suoi post a cadenza settimanale. A voi lettori chiedo un qualche tipo di feedback come un "mi piace" nei vari social network; se proprio avete voglia e tempo anche un commento, e se proprio siete ben disposti anche una mail con le vostre richieste ed opinioni. Da utente capisco la ritrosia nei confronti di tali azioni, ma diciamoci la verità, siamo proprio noi critici navigatori del web ad avere la facoltà di dire la nostra attraverso un click o poche righe. Uno sporadico riscontro positivo può veramente risollevare morale e sorti di qualsiasi progetto.

Detto ciò, non vi annoio oltre e vi do appuntamento su FacebookGoogle+ e Twitter per tutte le notizie utili circolanti nel web e alla prossima settimana per un nuovo post sul blog.
Buona navigazione a tutti.


John William Waterhouse, Ulisse e le sirene. 1891.


*Versi endecasillabi 137-138, Canto V, Inferno. Divina Commedia. Dante Alighieri. 
  Tanto per esser pignoli.


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